La mediazione familiare è una disciplina trasversale che utilizza conoscenze proprie alla sociologia, alla psicologia e alla giurisprudenza finalizzate all'utilizzo di tecniche
specifiche quali quelle di mediazione e di negoziazione del conflitto.
Requisito indispensabile per intraprendere un percorso di mediazione familiare è l'assenza di conflitto giudiziale in corso. La mediazione familiare è infatti finalizzata al raggiungimento degli obiettivi definiti dalla coppia al di fuori del sistema giudiziario. Si ricorre a quest'ultimo (separazione e/o divorzio consensuale) solo per le omologhe di Legge degli accordi raggiunti. Tale tipologia di mediazione - che affianca gli aspetti emotivi a quelli più strettamente legali - è spesso definita anche mediazione globale.
L'attività di mediazione familiare:
Il mediatore familiare è un terzo imparziale rispetto alla coppia che ha l'obiettivo di sostenere la coppia stessa durante la fase della separazione e del divorzio. All'interno di questo spazio
neutrale il mediatore familiare si propone dunque come una risorsa specifica - alternativa al sistema giudiziario - volta a favorire la negoziazione di tutte quelle questioni relative alla
separazione o al divorzio.
La coppia è incoraggiata dal mediatore a strutturare gli accordi che meglio rispondono alle esigenze di tutti i componenti del nucleo familiare. La coppia diventa
protagonista nella gestione del proprio conflitto ed indirizza le proprie risorse per trovare un dialogo il più possibile funzionale ai cambiamenti che si prospettano per tutta la famiglia.
Il mediatore familiare affronta sia gli aspetti emotivi (affidamento dei figli, continuità genitoriale, comunicazione della separazione al nucleo familiare, ecc.) che quelli più strettamente
materiali (divisione dei beni, determinazione dell'assegno di mantenimento, assegnazione della casa coniugale, ecc.).
La mediazione familiare può essere esercitata all'interno di istituzioni pubbliche e private e attraverso l'attività libero professionale.
A chi si rivolge l'intervento di mediazione familiare:
La mediazione familiare si rivolge alla coppia - coniugata o convivente, con o senza figli, in fase di separazione o già separata o divorziata - con un'esigenza di modificare gli accordi in qualsiasi
fase del processo di separazione. Può rivolgersi anche alle coppie di fatto o alle famiglie ricostituite, cioè ai due ex partner e ai rispettivi nuovi compagni, o semplicemente al singolo genitore
dopo che la mediazione non sia risultata praticabile.
Si rivolge principalmente a coppie con figli, in quanto uno dei suoi obiettivi è la riorganizzazione delle relazioni familiari in un'ottica di continuità genitoriale con particolare riguardo
all'interesse della prole.
Nel caso di coppie senza figli non è quindi corretto parlare di mediazione familiare tout court, ma è comunque possibile con esse applicare proficuamente tecniche di mediazione coniugale.
Differenze con altri interventi rivolti alla famiglia:
Spesso la mediazione familiare viene confusa con la terapia di coppia o con la terapia familiare. La mediazione familiare ha in realtà un obiettivo opposto a quello della terapia ovvero quello di
favorire la separazione consensuale della coppia stessa. Inoltre, a differenza della terapia familiare, prevede obbligatoriamente la presenza di entrambi i membri della coppia. Da un punto di vista
procedurale la mediazione familiare non esplora aspetti del passato della coppia, ma solo quelli presenti e orientati al futuro.
Rispetto alla consulenza legale - a cui può tuttavia essere integrata - la mediazione familiare non ha come obiettivo la cura degli interessi dei propri clienti, ma il raggiungimento di accordi condivisi.
Confronto con altri interventi:
Mediazione familiare a) Psicoterapia familiare b) Consulenza legale c)
a) È rivolta obbligatoriamente ad entrambi i membri della coppia
b) Può essere rivolta sia alla coppia che ai figli
c) Può essere rivolta sia ad entrambi che al singolo
a) I figli non possono partecipare ( a meno di casi particolari)
b) I figli possono partecipare
c) I figli solitamente non partecipano
a) Ha come obiettivo la separazione o il divorzio consensuale
b) Ha come obiettivo il miglioramento della dinamiche relazionali
c) Ha come obiettivo quello di rispondere agli interessi del cliente
a) Intervento a breve termine
b) Intervento a medio e/o lungo termine
c) Intervento non definibile temporalmente
a) Favorisce la comunicazione alla ricerca di un accordo
b) Cura, aiuta
c) Offre un parere legale e rappresenta il cliente presso gli organi competenti
La figura del mediatore familiare:
Il mediatore familiare è un esperto nella gestione dei conflitti, è imparziale e non dà giudizi. Il suo compito consiste nell’aiutare la coppia a riaprire i canali di comunicazione interrotti dal
conflitto. Ponendosi in una posizione neutrale, non giudica l’adeguatezza delle proposte dei genitori e non fornisce la soluzione ai problemi, ma si limita a favorire forme di cooperazione,
stimolando i partner nell’esplorazione di soluzioni innovative e personalizzate. Grazie a tale clima positivo e idoneo alla collaborazione ed al rapporto empatico instaurato con la coppia, potrà
accompagnare e sostenere ciascun genitore nella ridefinizione della propria identità personale e nella negoziazione delle questioni relative alla separazione, affinché essa avvenga nel modo più
sereno possibile.
Il percorso di Mediazione Familiare si delinea attraverso delle fasi tipiche, il cui sviluppo varia in base alle diverse esigenze espresse dalla
coppia in separazione.
Il processo di Mediazione Familiare, di regola, si svolge attraverso i seguenti passaggi chiave:
· la pre-mediazione
· il contratto di Mediazione
· la negoziazione ragionata
· la redazione degli accordi
La pre-mediazione:
La I fase è finalizzata a creare le condizioni emotive migliori affinché i partner siano disponibili a negoziare la posta in gioco della loro separazione.
Questa fase, cd di pre-mediazione, mette a tema la presa di decisione della separazione da parte di entrambi i componenti della coppia. E' utile allo scopo che entrambi i partner, con l'ausilio
del mediatore, facciano un bilancio personale, coniugale e genitoriale degli anni vissuti insieme, riconoscendo ed elaborando le motivazioni che hanno condotto alla separazione e le implicazioni
emotivo-affettive connesse alla frattura della relazione
L'attività di mediazione familiareLa mediazione familiare è un intervento professionale rivolto alle coppie e finalizzato a riorganizzare le relazioni familiari in presenza di una volontà di
separazione e/o di divorzio. Obiettivo centrale della mediazione familiare è il raggiungimento della cogenitorialità (o bigenitorialità) ovvero la salvaguardia della responsabilità genitoriale
individuale nei confronti dei figli, in special modo se minori.
Durante questi primi incontri viene quindi verificato se la scelta della separazione appare o meno definitiva e, in quest'ultimo caso, la Mediazione verrà proposta e illustrata quale risorsa utile per affrontare al meglio la difficile situazione presente e prefigurare positive prospettive di futuro per tutti i membri della famiglia. In questa delicata fase, il Mediatore ha come obiettivo principale quello di superare le rigidità presenti tra i coniugi, sostenendoli e dando loro fiducia nel fatto che nonostante le difficoltà che stanno vivendo riusciranno, come molte altre coppie, a superare la situazione di stallo in cui si trovano e ritornare protagonisti della propria vita.
Il contratto di mediazione:
Si accede poi alla II fase, in apertura della quale i genitori, con l'aiuto del mediatore, identificano e definiscono i temi che intendono discutere e riportare nel contratto di Mediazione, dopo la
stesura del quale ha inizio la negoziazione.
La sottoscrizione del contratto di Mediazione rappresenta un momento di riflessione e di impegno che i genitori assumono, reciprocamente e innanzi al mediatore, ad intraprendere un percorso,
rispettandone le regole e condividendone gli obiettivi.
Gli argomenti affrontati possono essere i più vari: dalla modalità di comunicare la separazione ai figli ai criteri di quantificazione dell'assegno di mantenimento a loro favore o a favore del
partner; dalla gestione dei rapporti con le rispettive famiglie di origine all'assegnazione della casa coniugale; dalla presentazione dell'altro/a ai figli al calendario di visita nel periodo estivo
o in occasione delle festività, ecc...
La negoziazione ragionata:
La III fase è la più lunga e costruttiva di tutto il percorso.
La negoziazione ragionata utilizzata in Mediazione si distingue da quella classica che vede semplicemente i due antagonisti prendere una posizione divergente, discutere facendosi delle reciproche
concessioni per giungere a dei compromessi che non sempre risultano vantaggiosi per entrambi poiché implicano delle rinunce.
La negoziazione in Mediazione, invece, facilita l'esplorazione dei bisogni reali delle parti in conflitto al di là delle rigide posizioni assunte, creando una relazione soddisfacente che permette
alla coppia genitoriale di trovare soluzioni condivise e di gestire in autonomia probabili negoziazioni future.
Per ogni tema di discussione, il mediatore stimola il singolo partner ad identificare oggettivamente il problema e a definirne la personale soluzione dopo averne
evidenziato i punti di disaccordo o di accordo già raggiunti. Successivamente, vengono esplorati i bisogni e gli interessi specifici di ognuno, genitori e figli, sottostanti alle posizioni
assunte.
Il mediatore, alla luce delle informazioni raccolte, stimola la coppia ad elaborare innovative e personali soluzioni possibili atte a raggiungere l'obiettivo identificato nel rispetto dei bisogni
emersi.
Ampliare il numero delle opzioni e delle alternative di scelta consente ai partner di valutare vantaggi e punti di debolezza di ciascuna soluzione proposta, facilitando così la presa di decisione che
verosimilmente coinciderà con la soluzione che raggiunge l’obiettivo concordato, soddisfando al meglio di bisogni di genitori e figli.
La specificità di questo approccio non solo aiuta la coppia ad elaborare quanto emerge nel corso di ogni singolo incontro, ma le permette anche di sperimentare gli accordi via via raggiunti e prendere graduale coscienza che è possibile essere protagonisti della nuova situazione senza necessariamente subirla per delega al partner più forte, all'avvocato o, in terza istanza, al giudice.
Gli accordi:
Al termine degli incontri, negoziati tutti i punti in conflitto, il mediatore stende gli accordi raggiunti in un progetto di intesa che consegna ad entrambi i partner, ognuno dei quali è libero di
seguirne le indicazioni per riorganizzare in modo responsabile la propria vita e quella dei figli o di formalizzarlo ai fini di una procedura legale di separazione personale congiunta.
Il mediatore familiare infatti, oltre a favorire una nuova modalità relazionale e comunicativa al di là del conflitto, redige un documento d'intesa che contiene le condizioni di separazione negoziate
nei singoli incontri, nel rispetto dei peculiari interessi di ciascun membro della famiglia e sempre nell'ambito del quadro normativo vigente.
Tra gli obiettivi del Processo di Mediazione vi è quello di definire accordi tra i due partecipanti riguardo a quali cambiamenti di vita vorranno apportare con la loro separazione e/o divorzio. Questi accordi verranno trascritti al termine del percorso decisionale nel c.d. "Protocollo d'Intesa".
Gli accordi, sia scritti, sia orali, sia firmati che non, presi in Mediazione costituiscono una sintesi delle soluzioni di problematiche emozional/relazional/economico/organizzative, negoziate direttamente dalla coppia con l'aiuto del Mediatore.
Il "Protocollo d'Intesa" può essere firmato dai confliggenti e riveste in tal modo una valenza giuridica di natura pre-contrattuale; o non sottoscritto e considerato alla stregua di un "Promemoria Condiviso" utile per la riorganizzazione della famiglia separata.
Il "Protocollo d'Intesa" può, quindi, vincolare o meno le parti in base alla volontà espressa dalle medesime.
L'accordo di separazione raggiunto alla fine del percorso di Mediazione è " un atto essenzialmente negoziale, espressione della capacità dei coniugi di autodeterminarsi responsabilmente, ponendosi come uno dei momenti di più significativa emersione della negozialità del diritto di famiglia" (Cassazione sez I, 30 aprile 2008 n°10932; Cassazione civile sez I 20 novembre 2003 n°17607).